La voce di Silvia e Davide protagonista di 4 Weeks 4 Inclusion

Due colleghi che vivono una disabilità raccontano la loro storia e l’impegno di Fincantieri per un ambiente di lavoro sempre più inclusivo

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Per Fincantieri l'inclusione non è un concetto astratto: è azione, è cultura, è la nostra realtà quotidiana. Proprio per questo siamo orgogliosi di essere stati Partner Platinum di "4 Weeks 4 Inclusion", la maratona virtuale che celebra e approfondisce l'importanza della diversità nel mondo del lavoro e oltre, giunta alla sua quarta edizione.

 

In occasione dell’evento abbiamo potuto condividere l’impegno del Gruppo, che da anni lavora ad un modello di diversità, equità e inclusione al fine di sviluppare una cultura aziendale volta alla valorizzazione delle diversità e alla creazione di un ambiente di lavoro sempre più inclusivo. Un cambiamento culturale che abbraccia la diversità in ogni forma: genere, differenze generazionali, multiculturalità e disabilità.

 

Abbiamo voluto raccontare tutto questo attraverso la voce di due nostri colleghi che vivono una disabilità, Silvia Fornasin e Davide Buda, in un video che racchiude la loro esperienza personale e professionale.

 

Silvia, buyer nella divisione Navi Mercantili a Trieste, in seguito ad un incidente in moto è costretta in sedia a rotelle, ma dopo lo sconforto iniziale è riuscita a recuperare il desiderio di una vita piena, anche a livello lavorativo. Oltre alla vicinanza della famiglia e degli amici, Silvia ha sottolineato l’importanza dello sport, fondamentale per la riabilitazione sia fisica che psicologica. Per lei “praticare sport vuol dire anche essere come tutti gli altri”. Un fattore imprescindibile, anche perché come ricorda Silvia “ultimamente il diverso va di moda, ma a volte viene strumentalizzato”. In Fincantieri ha trovato un team di colleghi molto giovane e stimolante e un ambiente di lavoro privo di barriere architettoniche e flessibile, che l’hanno aiutata a ritrovare l’indipendenza e a continuare a coltivare le sue passioni.

 

Davide, da 23 anni nella Divisione Navi Militari di Fincantieri, è affetto da retinite pigmentosa, una malattia degenerativa che lo ha reso ipovedente all’età di 17 anni. Anche per lui lo sport, specialmente la corsa, ha avuto un ruolo fondamentale, ma tra le sue tante passioni spicca il teatro. Così, ha realizzato ALONE, uno spettacolo teatrale in cui racconta la sua storia per sensibilizzare sul tema dell’ipovisione. Per lui, lavorare in Fincantieri è stato da sempre un grosso obiettivo e si dice orgoglioso di esserci riuscito. Nella sede di Genova ha potuto conoscere tanti colleghi e responsabili, in molti diventati amici, che lo hanno sempre sostenuto. Ci tiene a ricordare che “pur avendo una disabilità sento di fare lo stesso lavoro dei miei colleghi”, e che cerca di essere sempre accogliente e attento alla crescita degli altri membri del team, perché “lavorare vuol dire crescere tutti insieme.”

 

Nella visione di Fincantieri, l’inclusione sul posto di lavoro è un principio fondamentale che dovrebbe essere promosso e sostenuto in ogni contesto professionale. Implica accettazione e rispetto delle diversità ed è uno strumento di crescita personale e di sviluppo individuale. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per creare un ambiente in cui ognuno si sente valorizzato, rispettato e incoraggiato. Per noi, inclusione vuol dire valorizzare l’importanza irrinunciabile del fattore umano, ancora più influente rispetto al contesto materiale. Per noi, un collega in grado di comprendere, supportare un componente del team con disabilità rappresenta uno dei tesori più preziosi che quella persona può avere. Un valore immenso per la famiglia Fincantieri.

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